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editoriali

Storia dei Regolamenti del Calcio

I REGOLAMENTI CALCISTICI DI FRANCESCO GABRIELLI E DI LUIGI BOSISIO

Fu Francesco Gabrielli che tradusse in italiano tali regole e pubblicò un libro per spiegarle e divulgarle. Alcune regole dell’international Board vennero modificate dal professor Gabrielli.

Il professore si occupava di calcio e altri sport a Rovigo, città nella quale l’attività calcistica nacque addirittura nel 1893.

I primi regolamenti prevedevano dei terreni di gioco, preferibilmente prati, di metri 110×74. Dei paletti erano messi ai quattro angoli, una linea divideva a metà il campo. Nei campi italiani c’era un segno al centro del campo, mentre l’International Board prevedeva al centro un cerchio con un raggio di 10 iarde (9,5 m). Le porte avevano un’ampiezza di 7,30 m, l’altezza era di 2,50 m, nel 1895 si stabilì che la porta dovesse avere una rete.

Secondo l’International Board il peso della palla non doveva essere inferiore ai 340 gr e non doveva essere superiore ai 435 gr, Gabrielli non si discostò molto da quel regolamento, il peso della palla era compreso tra i 380 e 440 gr. I giocatori erano 11 per squadra, gli schieramenti adottati  avevano  quasi tutti una forma piramidale agli inizi del calcio: 5 giocatori in prima linea, tre in seconda, due in terza e un portiere.

In Italia c’erano anche i tornei di calcio ginnastico e Gabrielli lo tenne presente nei suoi regolamenti. Il calciatore aveva l’obbligo di dimostrare la sua preparazione anche come ginnasta e veniva giudicato da una giuria. Ai calciatori si raccomandava di mantenere la propria posizione e collaborare con i compagni, solo il portiere poteva toccare la palla con le mani, ma  gli era consentito di muovere solo un passo in una simile situazione. Il goal si poteva ottenere in due modi: facendo entrare la palla nella porta oppure accumulando due falli laterali. Quest’ultimo modo di ottenere un goal traeva le sue origini nel calcio fiorentino.

L’International Board non ne parlava. Anche la durata della partita era diversa,   in Gran Bretagna: 90 minuti e un intervallo, mentre in Italia Gabrielli fa dipendere i tempi della partita dagli accordi tra capitani di squadra e giudici.

Soprattutto nel calcio ginnastico la giuria era determinante. E in questo tipo di calcio il direttore di gioco doveva sempre essere attento alle indicazioni del capitano, poi decideva se concedere  o meno la punizione. Le punizioni erano di due tipi: semplice e di rigore. In Italia non si poteva segnare un goal con nessuna delle due punizioni. Il manuale di Gabrielli è perfettamente tradotto, non si trova nessun termine inglese. In Gabrielli c’è  molto orgoglio nazionalistico, difatti il professore, nell’introduzione del suo libretto dei regolamenti, fa risalire il gioco del  calcio ai giochi con la palla che si praticavano nell’antica Roma, poi il calcio fiorentino codificò quei giochi, secondo il professore in Inghilterra non si fece altro che adattare il calcio fiorentino ai tempi moderni. Anche l’agronomo e politico italiano Gabriele Luigi Pecile scrisse un libro relativo ai regolamenti del gioco del calcio.

Se  Gabrielli introdusse termini come calcio di punizione e calcio d’angolo, a Pecile dobbiamo riconoscere l’introduzione di termini come ala sinistra e ala destra. Nel 1903 il ragioniere milanese Luigi Bosisio pubblicò un regolamento del gioco del calcio molto fedele a quello dell’International Board. A partire dal 1904 fu adottato il regolamento Bosisio. Il ragioniere cercò anche di ridurre l’influenza degli inglesi nel gioco del calcio italiano.

Daniela Asaro Romanoff

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