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Storia del Calcio: il progetto di Vittorio Pozzo

IL PROGETTO DI VITTORIO POZZO

E anche del Progetto Pozzo per regolamentare i campionati di calcio italiani vale la pena parlare. Dobbiamo ritornare all’anno 1921, il suo progetto fu approvato dalle grandi squadre, ma le piccole presentarono un loro progetto alternativo. Il Consiglio Federale bocciò la riforma Pozzo. A.

Tante erano le iniziative a causa dei disaccordi. Nel 1921 fu fondata anche la Confederazione del Calcio italiano (C.C.I.), nella stagione 1921/22 la Confederazione organizzò due Campionati, due gironi di 12 squadre per la Lega Nord e i gironi regionali per la Lega Sud. Nel 1922 si arrivò al compromesso Colombo e alla fine la F.I.G.C. Accettò il Progetto Pozzo e si andrà verso l’istituzione, nel 1929, della serie A.

Cosa prevedeva il Progetto Pozzo: una prima, una seconda, una terza e una quarta divisione dove far confluire le numerosissime squadre disperse in vari campionati.

La Prima Divisione o Divisione A avrebbe avuto 24 squadre:

7 del Piemonte

5 della Lombardia

3 della Liguria

4 dell’Emilia

3 del Veneto

2 della Toscana

Seconda Divisione o Divisione B con 48 squadre, sarebbero state inserite le squadre del Campionato di Prima categoria 1920/21 non ammesse alla Prima Divisione e le squadre che avessero vinto le finali di Promozione regionale.

Una Terza Divisione o Divisione C unicamente a livello regionale, sarebbero qui confluite le squadre di Promozione non ammesse alla seconda Divisione e le squadre vittoriose dei Campionati di Terza Categoria Regionale.

Quarta Divisione o Divisione D unicamente a livello regionale, simile alla preesistente Terza Categoria Regionale.

IL SUPERAMENTO DEL PROGETTO POZZO E LA NASCITA DI ASSOCIAZIONI CALCISTICHE NELLE GRANDI CITTA’ ITALIANE

Dopo il Progetto Pozzo, si andò verso il girone unico, l’unità nazionale doveva essere rappresentata anche dal calcio. Venne creata la Divisione nazionale unica, in questa nuova organizzazione la Prima divisione passava ad un secondo livello. Al terzo livello passava la Seconda divisione, la Quarta divisione fu tolta.

Verso la fine degli anni Venti tanti sforzi furono compiuti affinché le maggiori città italiane avessero delle degne rappresentative calcistiche.

Con il regime fascista il calcio cominciò a rappresentare il Paese.

Si ebbe un particolare attenzione per tre grandi città italiane: Firenze, Napoli e ovviamente la capitale, Roma. In Toscana il calcio si giocava soprattutto nelle città vicine al mare, con dei porti commerciali, dove più facilmente potevano esserci degli uomini d’affari inglesi interessati a questo sport.

La prima associazione calcistica a Firenze fu il Florence Football Club, fondato da alcuni sportivi inglesi, americani e fiorentini. L’atto costitutivo era scritto in inglese ed è interessante notare come  in quell’atto si dichiarasse che il football praticato in Gran Bretagna aveva le sue origini  le sue origini nell’antico calcio fiorentino, il Comune di Firenze sostenne moltissimo questo Club, che fu attivo fino al 1909. Nel 1926 Luigi Ridolfi la ‘Fiorentina’, che sorse dalla fusione del Club sportivo Firenze con la Palestra Ginnastica Fiorentina Libertas.

Nella Capitale militava la ‘Lazio’. Cerchiamo di capire meglio l’origine di questa squadra. Nasce a Roma il 9 gennaio 1900 la Società Podistica Lazio fondata da nove atleti romnani con la direzione di un sottufficiale dei Bersaglieri, Luigi Bigiarelli. L’anno dopo si iniziò a giocare il calcio. Negli anni in cui si cercò di raggruppare tutte le società calcistiche romane e laziali, resistette e mantenne la sua identità. Alba, Fortitudo e  Roman Football Club furono accorpate per dar vita ad una forte squadra calcistica che rappresentasse la capitale, la squadra fu denominata ‘Roma’. Italo Foschi promosse questa fusione e fu il primo presidente della società. Una curiosità: il Roman Football Club era stato fondato a Roma da alcuni scozzesi. All’inizio si praticarono soprattutto polo e cricket, dal 1903  si iniziò a giocare a calcio. Per poco tempo giocò a Roma anche una squadra di calcio ginnico, fondata nel 1896 dagli studenti del Regio Liceo Ennio Quirino Visconti, la società si sciolse definitivamente nel 1899.

A Napoli nel 1922 nacque l’F.B.C. Internaples dalla fusione di precedenti società. Il 1° agosto 1926 si cambiò il nome della società, anche perché erano sgraditi al regime i vocaboli stranieri. La nuova società calcistica fu denominata ‘Napoli’, con l’approvazione della Carta di Viareggio ebbe accesso al nuovo massimo Campionato. Anche la denominazione del    Football Club Internazionale di Milano non era molto gradita, soprattutto per la sua storia. Alcuni soci si erano staccati dal Milan Football and Cricket Club nel 1908 per fondare l’Internazionale, poiché la FIF decise di italianizzare a tutti costi il Campionato di calcio, escludendo gli stranieri, come abbiamo già ricordato. Al nuovo regime dava fastidio una famosa frase ispiratrice della squadra:”Nascerà qui al ristorante ‘L’orologio’, ritrovo di artisti, e sarà per sempre una squadra di grande talento. Questa notte splendida darà i colori al nostro stemma: il nero e l’azzurro sullo sfondo d’oro delle stelle.

Si chiamerà Internazionale, perché noi siamo fratelli del mondo.” Con queste parole gli sportivi fondatori dell’Inter volevano opporsi con forza all’italianizzazione del Campionato nei primi anni del Novecento. Mai avrebbero immaginato che quelle parole avrebbe irritato un regime subentrato dopo. L’Internazionale venne accorpata all’Unione Sportiva Milanese nel 1928 e alla nuova società calcistica venne dato un nome più gradito al regime: Società Sportiva Ambrosiana. Anche i colori furono cambiati. La nuova maglia era bianca con una croce rossa e il fascio littorio al centro.

Tutti gli incarichi nelle società calcistiche  divennero sempre più controllati dal partito.

Daniela Asaro Romanoff

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