La situazione rossonera si è progressivamente ingarbugliata e non sarà facile venirne fuori: se il Milan fosse squalificato per la prossima edizione, la Roma andrebbe ai gruppi e il Torino sarebbe «recuperato» ai preliminari. E in più c’è la situazione del City che incombe e può influire
Il problema del Milan è stato ricorrere contro la prima sentenza Uefa: quella che escludeva i rossoneri dall’ultima Europa League.
Il Milan sarebbe rimasto fuori: un anno d’inferno, sì, ma oggi ripartirebbe «pulito» e pronto per le nuove sfide. Il ricorso al Tas ha innescato invece una reazione a catena che finirà con l’incrociare anche la prossima sentenza.
Perché il Milan ha due situazioni pendenti.
La Gazzetta dello Sport ricostruisce tutta la problematica:
PRIMA SANZIONE — Per i conti in rosso del triennio ’14-17, il Milan era stato condannato nel luglio scorso a un anno fuori dalle coppe. Ricorso immediato al Tas e risposta favorevole: per i giudici di Losanna, la sanzione Uefa era sproporzionata e il giudizio andava riformato da Nyon in senso migliorativo. L’Uefa aveva emesso allora una nuova sentenza che però s’era rivelata peggio di prima: era stata decisa una squalifica con la condizionale (nel 2021) se i conti non fossero tornati in regola a quella scadenza. Peggio perché così, fino al 2021, il Milan sarà sotto scacco, non potrà muovere un dito, ma pensare solo al bilancio per ripianare i conti. E così i rossoneri si sono nuovamente appellati al Tas. Sono ancora in attesa di una risposta, ma nel calendario del Tas non c’è una data.
SECONDA SANZIONE — Non è finita. Il fair play va comunque avanti. E i conti del triennio successivo, ’15-18, non sono certo migliorati. Per cui il Milan è stato deferito ancora una volta alla commissione giudicante. La sentenza è attesa a breve, diciamo entro la prima decade di giugno. Nessuno sa cosa aspettarsi, ma il rischio di un anno di squalifica c’è. In fondo i giudici Uefa avevano considerato già un anno fa «da squalifica» la posizione dei rossoneri. Anche qui, tutti in attesa.
SITUAZIONE CITY — Si è parlato di una «trattativa» Milan-Uefa ma il discorso, dal punto di vista giuridico, procedurale e anche del buon senso regge poco. Oltre al Milan ci sono tanti altri club in attesa di provvedimenti e l’Uefa non potrebbe fare favori a una squadra senza finire assediata dalle altre. Non dimentichiamo che il City rischia una squalifica proprio per le furbate del passato: la sua posizione non può essere sottovalutata. Un’eventuale squalifica del club inglese avrebbe probabili ripercussioni ben oltre il Tas. E i club insofferenti alle regole del FFP potrebbero «schierarsi» con gli inglesi.
SCENARI E COPPE — Si è anche parlato di una possibile rinuncia all’Europa League da parte del Milan. Meglio mettere in chiaro una cosa. Se il Milan viene squalificato, si «ripulisce» scontando la pena. Se è il Milan stesso a proporre di non andare nelle coppe la fedina penale resta sporca e per l’Italia non va meglio. E anche per i «terzi interessati» sarebbe diverso.
Questi gli scenari.
1) In caso di squalifica: Lazio e Roma ai gruppi e Torino ai preliminari.
2) In caso di rinuncia: Lazio ai gruppi, Roma ai preliminari, restano solo due italiane, nessun ripescaggio. Però il coefficiente del ranking Uefa sarebbe sempre calcolato dividendo i punti per 7 squadre, anche se le partecipanti alle coppe sono 6. Col rischio di scendere pericolosamente in classifica sotto il livello di guardia (e perdere due posti in Champions).
SCENARI AL TAS — Uno scenario non improbabile, a questo punto, è che, una volta comunicata la sentenza per il ’15-18, il Milan si rivolga immediatamente al Tas, chiedendo di unificare i due procedimenti, per avere una risposta entro metà luglio (data necessaria per definire i sorteggi delle coppe). L’unificazione dei procedimenti potrebbe anche servire al club per spiegare la posizione e il deficit e rassicurare i giudici sul futuro. Sperando sempre che, dalle due situazioni, si arrivi a una sanzione finale non troppo penalizzante.
(Fonte Gazzetta dello Sport)