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editoriali

L’editoriale del Direttore: Impunità degli arbitri e violenza in campo e fuori

I verdetti odierni sanciti dal giudice sportivo ci lasciano interdetti, ma ancor di più inorriditi, provocando sbigottimento per la non più giustificabile impunità della classe arbitrale, a causa della quale la violenza che spesso ne scaturisce non dico si possa giustificare ma senz’altro comprendere.

Quanta oggettiva responsabilità ad esempio da parte del signor arbitro Rocchi, tra l’altro internazionale incredibilmente considerato il migliore in Italia, dietro la rissa tra i giocatori di Milan e Lazio dello scorso sabato che ha portato a diverse ammende e multe ma soltanto per Simone Inzaghi (10mila euro) e per Bertolacci (10mila euro), Kessie (10mila euro), Musacchio (10mila euro) del Milan, Patric (10mila euro), Luiz Felipe (10mila euro) e Lucas Leiva della Lazio (10mila euro per “parole offensive verso un addetto stampa del Milan”).

Oltre a un’ammenda di 10mila euro al Milan per “Sputi di un tifoso verso Simone Inzaghi”. Quale colpa grave si ravvisa di questo signore riguardo le dure affermazioni a botta calda subito dopo la gara da parte di Igli Tare, diesse biancoceleste che ha pagato il dire a suo avviso la verità con una condanna di inibizione fino al 30 aprile?

Ho forse torto?

Non sarebbe forse stato più giusto e obiettivo andare a rivedere al Var da parte del signor Rocchi, che già aveva sbagliato assegnando un primo inesistente penalty contro la Lazio, il discusso episodio del presunto fallo in area di rigore a danno del laziale Milinkovic-Savic negli ultimi minuti di gara che avrebbe potuto far pareggiare i capitolini?

Che ci sta a fare il Var se arbitri irresponsabili quanto vieppiù arroganti e presuntuosi lo usano in maniera discrezionale? Vale la pena chiedersi e domandare ai vertici arbitrali ma anche alla Federcalcio se non si stia prendendo in giro società sportive, tifoserie e sopratutto i valori dello sport!

O no?

Quanta responsabilità di Rocchi e quanta offesa ai valori sacri dello sport da parte del Milan e di fronte a Kessie e Bakayoko (che tra l’altro il giudice sportivo che si è dichiarato “non competente” non sono stati nemmeno sanzionati), ai quali è stato permesso di umiliare non solo un galantuomo qual è il difensore della Lazio e della Nazionale Acerbi, ma addirittura la maglia di una società onorata come la Lazio che da ben 119 anni, per prima in Europa, ha portato gli sport a tutti senza distinzione alcuna di sesso, religione e classe sociale?

E infine, di chi sarà da imputare la colpa nel caso di eventuali incidenti tra opposte tifoserie e di probabili vendette personali in campo che potrebbero capitare la prossima settimana durante la gara di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio, con gli animi esacerbati e incattiviti dopo lo scempio visto in campo prima e nelle stanze della giustizia sportiva oggi?

Che diranno i benpensanti se i tifosi della Lazio dovessero gridare a San Siro durante una semifinale di coppa che già si preannuncia incadescente: “Uh! Uh! Uh!” di fronte ai questi due imbecilli, scorretti e indegni di calcare i campi di gioco di Kessie e Bakayoko, che tutti quanti, compreso il presidente del Coni Malagò, hanno stimatizzato tranne cialtroni, pennivendoli, milanisti niente affatto sportivi e perfino il signor Galliani che oggi si è permesso di sminuire la gravità del gesto parlando di “goliardata”?

Che faranno in tal caso i vertici del calcio? Chiuderanno forse la Curva Nord, tutto lo stadio Olimpico e multeranno la S.S. Lazio per “responsabilità oggettiva”, daspando i tifosi laziali? Sarebbe vera giustizia questa?

Lo escludo!

Fino a quando si continuerà ad applicare una presunta giustizia fondata due pesi e due misure la violenza negli stadi, sui campi di gioco e altre forme di estremismo non saranno mai e poi mai sconfitti e prevenuti!

Sia chiaro a tutti!

E dire che prevenire sia meglio che curare, ma sopratutto che multare gli arbitri rei di errori e protagonisti di atteggiamenti che fomentano odio, scontri e nervosismo tra calciatori sarebbe una soluzione più che perfetta per responsabilizzare tutte le parti in causa da una parte e per evitare la morte di un calcio non soltanto malato ma addirittura morto e defunto in termini di valori sportivi e umani! St.les

Immagine: Panorama TV

Direttore responsabile di Momentidicalcio.com, giornalista, scrittore, storico, dirigente e responsabile della comunicazione di società sportive.

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