La Juventus che è stata travolta dall’Atletico Madrid non è solo una squadra che atleticamente sembra non adeguata ai ritmi altissimi – mai come quest’anno, tra l’altro – della Champions.
È piuttosto una squadra appesantita più nella mente che nelle gambe. Paradossalmente, se si può capire l’esagerazione, addirittura indebolita, sotto questo profilo, proprio dall’acquisto di Ronaldo.
Per capirci: prima partecipava ed eventualmente poteva giocarsela. Adesso se non vince tutto finisce alla voce fallimento.
Il campionato è quel che è, scontato per lo più. La Coppa Italia è andata come è andata. La Champions ha una sola via e doveva portare nella Madrid biancorossa ieri per l’antipasto, a maggio per il dessert della finale.
Ora, chiariamo una cosa: la Juve può rimontare. Non solo perché appena un anno fa ci è andata vicinissima con il Real, poi nuovamente campione d’Europa e al Bernabeu.
Ma perché tecnicamente è più forte dell’Atletico, giocherà il ritorno in casa e, di nuovo, nelle parole di Allegri, scontate quanto si vuole, c’è di nuovo il sentimento di una squadra che ha la sensazione di potercela fare.
Nonostante tutto e nonostante un 2-0 pesante da rimontare specie contro l’Atletico di Simeone.
Dentro questo pensiero, però, va aperta una parentesi grande così: la Juve ce la può fare ma deve essere tutt’altra Juve. Tutt’altra Juve rispetto a quella che tutto sommato ha condotto questa prima parte di stagione.
Che ha stradominato, ben inteso, ma mai giocando su un ritmo da Champions e spesso accontentandosi di prendersi tutto con il minimo sforzo. Questa tendenza al lassismo, peraltro molto lontana dalla “juventinità” degli ultimi anni, è l’avversario più pericoloso da battere.
Insieme alla paura di buttare alle ortiche una stagione nata sotto il segno della Champions. Ronaldo che si aggrappa al passato mostrando la manita dei suoi trionfi di fronte ai tifosi dell’Atletico Madrid non è un bel segnale.
(Fonte Sportmediaset)
