Juan Fernando Quintero, grande promessa del calcio sudamericano sparita dai radar dopo qualche anno deludente in Europa, al minuto 109’ spezzare l’equilibrio di un Superclásico fino a quel momento lontano da una soluzione.
Missile di sinistro, quel sinistro che aveva fatto intravedere anche a Pescara nel 2012/13, che fulmina Andrada e manda in estasi i Millonarios.
E pensare che “gli avevano detto che era un giocatore finito, un fallito”. A parlare, con orgoglio e voglia di rivalsa, è la madre di Quintero ai microfoni di ESPN Argentina, nel post-partita: “Abbiamo parlato prima che partisse e gli avevo detto che non serviva che mi dicesse nulla. Doveva solo dimostrarmi chi fosse. E lo ha fatto mettendo a tacere tutti quelli che non credevano in lui. E ora davanti a queste telecamere dico a tutti quelli che lo davano per finito e lo hanno chiamato fallito, dico che proprio lui, quello fallito e finito, ha fatto vincere il River Plate rendendo campioni i Millonarios”.
Il cammino che lo porta ad essere decisivo nella notte di Madrid inizia nella sua Medellin, in Colombia: quartiere El Socorro, non proprio uno dei più sicuri di della capitale dell’Antioquia.
Chi lo vede giocare non ha dubbi: Juan Fernando si prenderà i grandi palcoscenici del calcio. Lo dimostra già all’età di 13 anni, quando si mette in mostra in un torneo riservato a ragazzini, il Ponyfutbol, una vetrina nella quale hanno brillato anche i vari Falcao, Jackson Martinez e James Rodriguez, grande amico di Quintero.
Il primo “salto” avviene con il passaggio all’Atlético Nacional, dove Quintero comincia a suscitare l’attenzione dei club europei. Il copione di questa storia lo vuole protagonista a Pescara, dove per una stagione Quintero fa intravedere le sue qualità al netto delle difficoltà legate all’ambientamento nel calcio europeo.
Al termine di quella stagione, la 2012/13, Quintero si mette in mostra anche con la maglia della nazionale colombiana: vince il Sub20 giocato in Argentina segnando 5 gol in 9 partite, non riesce a replicare l’impresa ai mondiali di categoria, ma convince comunque il Porto a investire su di lui.
In Portogallo però non brilla: le due stagioni giocate in Primeira Liga sono tutt’altro che esaltanti e così viene mandato in prestito in Francia, al Rennes.
Ma è un altro passo indietro, che lo porta a prendere la decisione di tornare a casa, in quella Medellin che aveva visto nascere lui e il suo talento: è il 2017 e Juanfer sceglie l’Independiente.
Scelta che si rivelerà azzeccata: sia perché Quinterito ritorna quello di sempre (segnando 16 gol in 36 presenze), sia perché la squadra allora allenata da Zubeldìa incrocia nella fase a gironi della Libertadores proprio il River Plate di Gallardo.
L’allenatore dei Millonarios se ne innamora calcisticamente e se lo porta a Buenos Aires. La sfida non è di quelle semplici: El más grande, il Monumental, uno dei club più importanti del mondo. Ma per uno che da ragazzino è diventato capofamiglia dopo l’abbandono del padre, salvando la madre e il fratello dalla povertà, ogni sfida può essere superata.
Da bambino, nei momenti più difficili, diceva alla madre: “Tranquilla, andremo avanti”. Lo ha fatto.
E oggi è proprio lei a rivendicarlo con orgoglio.
(Fonte SkySport)
