Scrive questa mattina Milano Finanza che il Fondo Elliott ha dato mandato a Unicredit di trovare un azionista di minoranza non finanziario per il Milan offrendo una quota capitale del 25-30%.
Al momento sarebbero stati sondati un paio di investitori stranieri il cui nome è coperto dal riserbo più assoluto.
Inutile provare a ipotizzarli anche se va ricordato che, addirittura prima dell’escussione del passaggio da Yonghong Li a Elliott, si era parlato di un forte interessamento all’acquisto del club rossonero da parte di Usmanov come degli statunitensi Commisso, Ross e Ricketts, quest’ultimo in ottimi rapporti con Singer oltre a Riccardo Silva, del quale si era parlato proprio per un ingresso come socio di minoranza.
A questo andrebbe aggiunto un altro particolare che potrebbe essere non irrilevante: Usmanov è attualmente proprietario del 30% delle quote dell’Arsenal, società da cui proviene Gazidis, pronto a prendere la carica di amministratore delegato del Milan a partire dal prossimo 1° dicembre.
Non sarebbe dunque una sorpresa se i due ne avessero parlato e se fosse quindi l’uzbeko il potenziale socio.
Riprende la notizia Sportmediaset che scrive che arrivano sulla volontà di Elliott di farsi affiancare rimanendo comunque ampiamente in maggioranza.
Il nodo della questione è certamente la valutazione che Singer fa del Milan.
Per Elliott il club di via Aldo Rossi, risanato dal punto di vista patrimoniale, dovrebbe valere tra i 650 e i 700 milioni, una cifra non banale per chiunque voglia mettere mano al portafoglio per acquistarne una parte.
Anche perché attualmente le casse societarie continuano a bruciare 8-10 milioni al mese e devono comunque tenere conto di una perdita netta consolidata di 126 milioni.
Insomma, va bene partecipare al futuro del club, ma è evidente che la ricerca sia indirizzata verso un profilo in grado non solo di immettere liquidità fresca, ma anche di e dare un sostegno sul fronte industriale, in particolare in termini di marketing e sponsorizzazioni.
La notizia, però, non può passare inosservata soprattutto perché fino ad ora non si è fatto altro che parlare della straordinaria solidità economica del Fondo Elliott: come mai ora questa decisione?
E perché mai qualcuno dovrebbe investire tanto danaro per una quota assolutamente minoritaria?
Ne sapere di più nelle prossime settimane.
