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Gianluigi Marraffa: Vi spiego che cos’è e come si svolge la professione di procuratore sportivo

La Redazione di Momenti di Calcio ha avuto il piacere di intervistare Gianluigi Marraffa, procuratore sportivo, che ha accettato il nostro invito e ha parlato della sua attività spiegando tante sfaccettature di questo mestiere che tanto affascina i giovani che aspirano ad intraprendere questa carriera.

Potete ascoltare le sue parole anche qui dal minuto 7:29

Ecco che cosa ci ha raccontato della sua professione e della sua carriera.

1) Per chi non sa bene in che cosa consiste l’attività di procuratore sportivo… Come potremo spiegarla e quale crede siano le qualità che formano un buon procuratore sportivo?

Senza dubbio la passione, perchè senza di quella non si potrebbe fare questo mestiere. Poi ci vuole la preparazione perchè non ci si può improvvisare, quindi professionalità e serietà, per avere credibilità che in questo mestiere è fondamentale.

2)Vuole raccontarci l’inizio della Sua carriera lavorativa?

Io ho fatto il calciatore, poi finita la carriera ho iniziato prima ad allenare i ragazzi giovani, poi a fare lo scouting, osservatore in una squadra professionistica e poi ho deciso insieme ai miei due soci di intraprendere questa strada del procuratore sportivo e da lì è iniziata la nostra avventura circa due anni fa.

3)C’è qualche progetto che le sta particolarmente a cuore?

 Ce ne sono diversi, ovviamente da quelli prettamente legati alla nostra professione, cioè di crescere come procuratori e crescere insieme ai nostri calciatori per alzare l’asticella ed anche progetti basati su un nostro sogno, come quello di aprire una nuova scuola calcio e ci stiamo impegnando a far sì di iniziare questo sogno.

4)Come crede sia cambiato, dal suo punto di vista, il mondo del calcio in questi ultimi anni ?

Rispetto agli anni ’90 si è allargata la forbice a livello economico tra le big di serie A e le medio piccole di Serie A e poi anche nelle altre categorie di B e C. In quest’ultima categoria purtroppo le squadre un po’ abbandonate a se stesse, a parte le squadre top che cercano di salire di categoria hanno imprenditori importanti e una piazza forte alle spalle, fanno poi fatica a sopravvivere perchè gli introiti sono nettamente inferiori alle squadre di B e di A.

5) quali sono le qualità indispensabili che deve avere un procuratore sportivo per essere un leader nella sua professione?

Come dicevamo prima, sicuramente la passione che sta sempre alla base, poi la professionalità, la dedizione, il voler sempre aggiornarsi e la costanza, perchè non bisogna buttarsi giù, bisogna sempre stare sul pezzo e non abbattersi quando un determinato tipo di affare o di trattativa non va in porto, anzi, avere più voglia e fame di prima. poi darsi degli obiettivi e mai dei punti.

6) Che rapporto ha con i suoi soci, Alessio Baronchelli e Davide Stuto?Come è suddiviso il lavoro nell’ambito della vostra società, la Best Soccer Management?

Il nostro rapporto è di amicizia, siamo stati anche ex compagni di squadra. Io ho fatto da trade d’union tra Davide e Alessio che prima non si conoscevano, io invece ero amico di tutti e due perchè avevo giocato con entrambi. I nostri progetti e idee combaciavano e abbiamo deciso circa due anni fa di intraprendere questa nuova avventura relativa sempre al calcio, che è il nostro mondo e poi siamo fortunatamente tre persone complementari ma con qualità diverse e questo fa sì che ci compensiamo a vicenda, riuscendo ad occuparci di vari progetti, e riuscendo a portarli avanti parallelamente, oltre al fatto di assistere i nostri calciatori.

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7)Come si vede nei prossimi cinque anni?

Questa professione dà davvero grosse soddisfazioni e bisogna avere pazienza e non bisogna pensare che dall’oggi al domani ci sia tutto subito, perchè nessuno regala niente e le cose vanno fatte e conquistate passo dopo passo, step by step come diciamo sempre noi e bisogna avere l’umiltà e la tenacia intanto di imparare e non arrendersi mai davanti alle difficoltà, e poi la voglia di aggiornarsi perchè è importante. Entro 5 anni speriamo di essere tra i migliori perchè vuol dire che avremo fatto un ottimo lavoro di pari passo con i nostri assistiti che magari avranno aumentato il loro valore.

8)Sta lavorando passo dopo passo per arrivare un giorno tra i grandi. Ha un modello al quale fare riferimento? Il migliore procuratore porta il nome di?

Io avendo giocato, ho avuto la fortuna di avere vari procuratori e bravi, da loro ho cercato di riprendere qualcosa adesso che faccio quel mestiere. Ho avuto l’opportunità di avere uno dei migliori che è l’avvocato Vincenzo Rispoli che è stato mio procuratore ad inizio carriera, con il quale ho ancora tutt’ora un rapporto di amicizia e anche a livello professionale: è una figura di riferimento.

Tra i procuratori migliori oggi c’è sicuramente Cattoli, che negli ultimi anni è cresciuto notevolmente, senza scomodare i mostri come Raiola o Mendes.

9) Il calcio italiano non è più, ormai da anni, almeno dagli anni 2000, al top né a livello economico e di appeal per eventuali acquirenti esteri, né come massima aspirazione dei calciatori. Quali, se ci sono, secondo lei i possibili rimedi?

A livello di appeal qualche proprietà estera si sta avvicinando, come la Roma, il Bologna… Ci sono varie società che hanno proprietà non più italiane. E’ ovvio che per tornare a certi livelli bisogna guardare dal basso, vedere le strutture che purtroppo sono in degrado, basta guardare gli stadi e i campi di allenamento dei settori giovanili.

Oramai anche la scuola calcio viene poco curata: tanti vogliono fare i tecnici però si vede che nei settori giovanili mancano le scuole calcio. Bisogna  insegnare e per insegnare bisogna saper fare e saper insegnare. Purtroppo tanti si improvvisano e questo fa sì che i ragazzi, anche arrivando ad un certo punto della carriera, ancora non sanno fare dei gesti tecnici che invece un tempo erano la base; e poi anche dal punto di vista delle normative che in tanti casi non aiutano la crescita dei giovani con i vari indennizzi, international transfer, i premi di preparazione, che tante volte ostacolano in maniera troppo negativa la crescita dei giovani.

Prima era una questione di passione, per alcuni presidenti la squadra di calcio era quasi un giocattolo, poi è anche vero che il calcio a livello mondiale è cambiato, con le società che sono diventate delle aziende e quindi devono fatturare, perchè ci sono dei bilanci da rispettare e se si vuole rimanere ad alti livelli bisogna trovare un modo per fatturare, per far sì che i bilanci vadano di pari passo con le addizioni, altrimenti si sopravvive e si vivacchia facendo buoni e medi campionati ma senza stare nell’elite.

10)Secondo lei i giovani calciatori sono in un certo senso “ostaggi” dei procuratori?

Dipende dal calciatore e dal procuratore: si parte dal presupposto che quando il giocatore si muove è perchè nel 90% dei casi il procuratore è d’accordo con il calciatore. il procuratore deve cercare di fare gli interessi del calciatore e quindi il calciatore è d’accordo e nello stesso tempo fa anche i propri, ma vanno di pari passo.

In genere non è il procuratore che ha voluto portare il calciatore da una parte, ma è di comune accordo con il giocatore. Se il giocatore vuole rimanere in quella società perchè ci sta bene anche se prende meno soldi, il giocatore rimane lì perchè ci sono i contratti.
E’ normale che se il calciatore vuole cambiare per denaro o per ambizioni professionali, il procuratore cerca di accontentarlo.

Tante volte è anche la società che davanti a me dicono: vabbè è andato via però sono contenti perchè il procuratore gli ha fatto fare una plusvalenza. Poi nel rapporto tra giocatore e procuratore il coltello dalla parte del manico è più facile che ce lo abbia il calciatore, perché può cambiare procuratore.

11)Quale è la giornata tipo di un procuratore? Questo lavoro la fa viaggiare spesso?

La sveglia è abbastanza presto e si va a letto abbastanza tardi. La mattina si va in ufficio dove si preparano le telefonate con gli assistiti e poi pian piano che ci si avvicina al mercato si cerca di parlare con i direttori sportivi per le varie esigenze, per sapere se hanno bisogno di un determinato tipo di giocatore o sapere come stanno andando i propri calciatori nella squadra. Poi si va sui campi e nelle sedi delle società a fare riunioni, alle cene di lavoro e ovviamente si viaggia molto perchè il calcio è globalizzato: se si vuol fare un determinato tipo di discorso, sia portare giocatori all’estero, e quindi bisogna aumentare il proprio raggio d’azione e viaggiare molto.

12)Si interessa a qualsiasi tipo di giocatore, oppure ha una determinata fascia in base a ruoli ed età?

Cerco di variare nella scuderia provando a non avere troppi giocatori nello stesso ruolo. Il ruolo non è importante. Quello che è importante per noi è che il calciatore sia bravo e che sia di prospettiva. Per la fascia di età noi cominciamo dai 14 – 15 anni a seguire i ragazzi fino ai ragazzi di prima squadra.

13)Negli ultimi anni, in particolare in Sudamerica, ma con riflessi sul calcio europeo, è cresciuto il fenomeno delle proprietà di terze parti (TPO). La FIFA è intervenuta decidendo di abolirle, qual è il suo pensiero al riguardo?

Secondo me è giusto abolirla, non era corretto che in Sudamerica ci si comportasse in maniera diversa dall’Europa, anche per una questione di caos che si creava, che una percentuale più o meno grande era di un procuratore e quindi invece di parlare solo con una società bisognava parlare con un cugino, o con altri intermediari e magari una precedente società detentrice del cartellino… era un caos totale. Che poi i procuratori possano prendere accordi con una società per una percentuale futura di vendita su un calciatore è un altro discorso, ma avere un calciatore di proprietà della società di procuratori era sbagliato.

14)Una Sua opinione sui fenomeni di questa professione tipo Mino Raiola e Jorge Mendes. Cosa ha permesso loro di arrivare così in alto e diventare tanto importanti?

Quando loro hanno iniziato la figura del procuratore non era così diffusa, poi ora invece si è allargata a macchia d’olio. La loro bravura è stata quella di iniziare facendo anche loro in maniera magari umile e poi facendo il grande colpo. Quando uno riesce a fare un grande colpo ed è bravo, si va a formare una catena, e deve essere bravo a non interrompere la catena, anzi ad aumentarla, sia con i calciatori che con le società, perchè poi diventano una sorta di secondi direttori sportivi, con il procuratori che non si fermano solo ad assistere i giocatori ma a fare delle intermediazioni.

Noi abbiamo trattato in Italia con una squadra importante, Alphonso Davies, avevamo il mandato per l’Italia e poi è stato comprato dal Bayern Monaco che lo ha acquistato dal Whitecaps. Quello poteva essere un grande colpo e da lì si poteva assumere una credibilità importante nei confronti del procuratore che ha portato avanti la trattativa.

15) Concludiamo chiedendole, visto che lei lavora molto nella SerieC e Nel calcio giovanile, se può farci qualche nome di giovani che dobbiamo tenere d’occhio per il futuro più immediato.

Ci sono giovani importanti che usciranno fuori alla lunga come Toccafondi, ex primavera del Verona, campione d’Italia con la Berretti dell’Inter, che ora è al Cuneo, piuttosto che Ghiglia, 2000 ex Sampdoria ed ora alla Triestina, Bennati all’Albissola che sicuramente è stato protagonista l’anno scorso della grande cavalcata per la promozione dell’Albissola in C ed ora sta conquistando il suo spazio, poi all’estero abbiamo portato Bonanni che è un ex Milan che gioca in Serie A in Albania al Kamza e sta facendo bene, la sua stagione è molto positiva essendo un classe 97′. Poi abbiamo Spaltro al Nevezis, serie B lituana, ha segnato 5 gol, anche lui ex Sampdoria e poi Ciulla, portiere del Brugge molto promettente e poi ci sono giovani più piccoli che giocano ancora nell’Under16 Nazionale come Donato, già convocato in Nazionale ed è il capocannoniere del suo girone con la Sampdoria Under 16,  Nocetti della Sampdoria,  Moscatelli del Genoa che sono giocatori di livello e poi ne abbiamo vari  anche in altre società di Serie B o C o nei vari campionati in giro per l’Italia.

A cura di Raffaele La Russa e Arianna Guarrera De Angelis

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l'Università Roma Tre

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