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Quando il calcio abbraccia la gente – Qui Genoa, a voi Genova

La squadra di Ballardini contraccambia l’emozione con la quale il pubblico la accoglie: vittoria e prestazione convincenti alla prima di campionato.

Solo al minuto quarantatré del primo tempo il pubblico di Genoa – Empoli ha dato segno tangibile di esserci.

Prima c’era stato sì qualche applauso, nel pre-gara e dopo il minuto di silenzio occorso poco prima del fischio di inizio; ma i genovesi – “Gente seria” li definirà, nel post gara, il presidente Preziosi – hanno atteso in silenzio quel minuto che, numericamente, coincide col quantitativo di vittime innocenti del quale la malagestione politico-amministrativa si è macchiata poco meno di due settimane fa.

Gente seria che aveva potuto ammirare le gesta di vecchi & nuovi idoli della gradinata: il capitano – e figliol prodigo – Mimmo Criscito, lui che a Genova è tornato dopo ben sette anni, e che ha deciso di scendere in campo tenendo per mano il piccolo Cesare, figlio di una delle vittime (il tifosissimo genoano Andrea Cerulli). Criscito, che ieri ha sfornato due assist decisivi per le due marcature rossoblù, aveva transitato il 14 Agosto proprio su quel ponte che, di lì a poco, sarebbe rovinosamente venuto giù, stroncando la vita a 43 innocenti.

Ma anche la gioia di vedere due giovanotti – quali Piatek e Kouamè – gonfiare la rete per i colori di casa era rimasta in gola, in virtù di quel patto di rimanere in silenzio ad onorare chi, come Andrea Cerulli, oggi non c’è più.

Poi, trascinante e coinvolgente, esplode il coro: “Genova! Genova!”. Ed esplode in ogni dove, dalla gradinata al settore ospiti: tutti travolti da quel senso di appartenenza, da quel volere comune di non dimenticare una tragedia tanto infima occorsa in piena estate. L’emozione è palpabile, e accompagna gli atleti fino all’intervallo.

Nella ripresa il tifo si è sciolto, proprio quando i propri beniamini ne hanno più bisogno: l’Empoli spinge, il Genoa soffre. Soffre insieme alla sua gente, barcolla ma resta in piedi; offre sì il fianco, c’è anche un colpo nemico che va a segno (a firma Mraz), ma alla fine la vittoria è in salvo.

Genova ha dato il segnale, Genoa ha raccolto e risposto: ieri, al Ferraris, hanno vinto in tanti.

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