Massimiliano Irrati, arbitro italiano e internazionale, ha parlato nel corso di “Radio Anch’io Sport” su Radio Rai Uno: “Ronaldo? E’ un grande calciatore, ma non devo dirlo io, lo ha già dimostrato. E’ un valore aggiunto al nostro campionato che era già molto bello. Adesso possiamo a dire anche di essere il campionato più bello del mondo. L’esperienza in Russia? E’ stato qualcosa di incredibile. Ho vissuto per un mese una realtà virtuale. Un momento di crescita tecnica e di grande tensione vista l’attesa sul Mondiale e per il VAR. Noi eravamo abituati, ma nel resto del mondo nessuno conosceva la tecnologia e l’errore evidente sarebbe stata una pessima pubblicità per il VAR e per chi ha lavorato tanto su questo progetto investendoci molto. Cosa cambia tra il cambio e il monitor? Pochissima. La serenità è una caratteristica che ho nel mio carattere e credo che sia molto utile sia in campo che al VAR. Un rapporto sereno con i giocatori permette di arbitrare bene. Me la sono portata dietro anche nel gol room di Mosca ed è una caratteristica fondamentale quando si sta davanti a un monitor. Tutto dipende dalla tua decisione e farsi prendere dal panico non è certo consigliabile. Calma e serenità sono caratteristiche di molti arbitri e sono fondamentali. La prima volta che Rosetti, leader project del VAR, ci ha parlato di questa tecncologia, sembrava inapplicabile. Anche io ero molto dubbioso, pensavo che potesse sciupare il gioco del calcio. Ero molto scettico, ma nel giro di pochissimo tempo mi sono dovuto ricredere. Il gioco effettivo è aumentato perché è migliorato il comportamento dei calciatori. L’unico dubbio che avevamo era proprio quello di snaturare il gioco, una volta superato, non ci sono controindicazioni in merito. Chiunque arbitra sa che è un bene avere un aiuto in campo. Parlare a fine partita? Io credo che quando ci sono le condizioni per far qualcosa, perché non farlo. Chi ci conosce sa che persone siamo e che siamo perfettamente in grado di sostenere un’intervista senza problemi. Se un’intervista però dovesse durare cinque minuti su un solo episodio diventerebbe infattibile. Se verrà fatto in un modo appropriato, come in questo momento, la nostra apertura potrebbe essere totale. Il Mondiale è stato un punto di svolta, non potevamo fallire perché avrebbe potuto anche annullare l’inserimento in Champions. Visto però che ha ricevuto complimenti in giro per il mondo, il passo in Champions potrebbe arrivare presto. Penso che al massimo nel giro di un anno lo vedremo anche nelle coppe europee. Uniformità di giudizio e di utilizzo del VAR? In Serie A siamo 21 arbitri con 21 modi di arbitrare diversi. E’ normale che ci sia un minimo di discrezionalità anche con l’inserimento della tecnologia. Lavoriamo per fare tutti la stessa cosa identica ma non si può giudicare tutto uguale, è un discorso di discrezionalità. Il calcio ha una fortissima componente di discrezionalità. Rapporto arbitri-Juventus in campo? Questa domanda allontanerà le interviste a fine partita degli arbitri. E’ normale che ci sia un certo appiattimento nei giudizi: se non utilizza il VAR e tutto va liscio, viene considerato sufficiente come nel caso di utilizzo corretto della tecnologia. Ho arbitrato 22 anni senza il VAR con caratteristiche che cerco di mettere in campo anche al di fuori dall’area di rigore e nel rapporto con i calciatori. Questa figura dell’arbitro deve rimanere, dobbiamo restare al centro del gioco. Difficilmente ritroveremo un arbitro centrale come ai tempi di Casarin, ma questo solo perché sono cambiati i tempi. Le immagini del VAR sul monitor degli stadi? Forse c’è il preconcetto che l’arbitro voglia mantenere segreto l’errore, ma invece noi siamo aperti al miglioramento e penso che le immagini sia una forma di correttezza anche nei confronti di chi va ancora allo stadio. E’ una forma di rispetto verso il tifoso e non ci sono rischi nei confronti degli arbitri in campo. Non mi sono mai fatto condizionare e dunque cambia poco avere o non avere le immagini. Il cartellino giallo per i festeggiamenti eccessivi? Noi arbitriamo il regolamento e tante volte c’è imbarazzo nell’estrarre quel cartellino. Può essere una valida proposta per cambiare il regolamento. Cosa farò quando smetterò di arbitrare? Mi piacerebbe riprendere al 100% la mia occupazione che ora posso onorarla solo al 30%”.

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l’Università Roma Tre
