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Da Edin “Cieco” a “Cigno di Sarajevo”: la parabola straordinaria del campione Dzeko

Di Filippo D’Orazio- Un attaccante straordinario criticato ferocemente all’inizio per essere osannato dopo, ecco la parabola di Edin Dzeko.

L’arrivo di Edin Dzeko a Roma nell’estate 2015 fu accolto con un entusiasmo dilagante dai tifosi giallorossi accorsi a Fiumicino ad accoglierlo. Ma si sa, nel calcio basta poco per passare dalle stelle alle stalle, soprattutto a Roma, città così passionale ma anche in grado di bruciarti come calciatore.

Dzeko in quella stagione, partita con Garcia in panchina e terminata con Spalletti, non fece bene per niente, incontrando numerose difficoltà nel cambio di campionato dalla Premier League alla Serie A, realizzando 10 reti complessive tra campionato e Champions e venendo continuamente sbeffeggiato anche dai suoi stessi tifosi per le occasioni mancate sotto porta.

Al netto delle difficoltà incontrate, trattare come un brocco qualsiasi un giocatore che aveva uno score di 85 reti in 142 apparizioni con il Wolfsburg e 72 gol in 189 presenze con la maglia del Manchester City, fu quantomeno azzardato: l’importanza di Dzeko per i giallorossi cominciò proprio in quella stagione così negativa, imparando a capire dinamiche, tattiche e movimenti del nostro campionato.

Da allora, il bosniaco non si è più fermato, andandosi ad incastonare stagione dopo stagione, gol dopo gol, nella storia della Roma.

Ora vignette e ironie non valgono più, per lui contano i fatti, e i fatti sono le 74 reti in 141 presenze in giallorosso condite da 28 assist e un lavoro per la squadra che ne fanno probabilmente il leader assoluto dopo il capitano Daniele De Rossi.

Con la perla realizzata ieri a Torino che ha regalato i tre punti alla Roma, Dzeko ha raggiunto nella classifica marcatori dei giallorossi di tutti i tempi un grande ex capitano come Giuseppe Giannini, ma l’obiettivo del bosniaco ora è raggiungere e superare Pedro Manfredini (77) e Rodolfo Volk (78), mettendo nel mirino Marco Delvecchio (83), Amadeo Amadei (85) e Abel Balbo (87).

Dimostrando anche attaccamento alla maglia nel gennaio scorso, rifiutando il trasferimento al Chelsea, Dzeko ha fatto ancora più breccia nel cuore dei tifosi, ormai sempre più innamorati del bosniaco.

Il tempo delle prese in giro per l’attaccante di Sarajevo è finito, anche i più critici ormai non possono non ammettere l’importanza fondamentale di Dzeko nella Roma come leadership, presenza in campo e media-gol, dimostrandosi uno degli attaccanti più forti della storia della Roma.

Filippo D’Orazio

 

Il calcio da sempre è l'amore di una vita, il giornalismo sportivo la mia passione e il mio lavoro

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