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Lazio, sconfitta che pesa: bisogna cominciare a preoccuparsi?

L’aspetto mentale è mancato”. Le parole di Ciro Immobile sintetizzano i problemi di una insufficiente Lazio, piegata dal Napoli nell’esordio all’Olimpico.

E già nei precedenti test amichevoli, contro Arsenal e Borussia Dortmund, i biancocelesti avevano perso offrendo prestazioni deludenti.

Il quotidiano La Repubblica fa un attento esame della situazione biancoceleste e afferma che il nodo è nella testa, come dice Immobile: questi blackout la scorsa stagione costarono l’eliminazione in Europa League (il 4-1 di Salisburgo) e poi la mancata qualificazione alla Champions.

Il segreto della Lazio era la leggerezza, scrive La Repubblica.

Inzaghi spera di ritrovarla al più presto, anche se la prossima gara contro la Juve non pare proprio la gara adatta.

Una preoccupazione legittima, da parte di Inzaghi, perché dopo gli ottimi risultati degli ultimi due anni le aspettative nei confronti della Lazio sono aumentate: la Champions non è più un sogno ma un obiettivo dichiarato, impossibile da centrare se gli stimoli non sono all’altezza delle ambizioni.

A proposito di motivazioni da ritrovare, scrive sempre La Repubblica, Milinkovic Savic e Luis Alberto hanno profondamente deluso all’esordio.

Spenti, lenti, pigri. Perfino irritanti: Inzaghi ripete che Milinkovic si è messo subito a disposizione, e in effetti si è allenato sempre con impegno, ma al tecnico serve il gigante capace di decidere le partite da solo. E lo stesso discorso vale per Luis Alberto, irriconoscibile già nei test estivi.

Contro il Napoli, la Lazio è durata 30 minuti. Quindi oltre all’aspetto mentale, viene chiamato in causa anche quello fisico. Sono mancate le gambe. Grave, in questo senso, l’assenza per squalifica di Leiva e Lulic, sostituiti da Badelj e Caceres in ritardo di condizione (soprattutto il croato, arrivato da 15 giorni).

Poi c’è la questione dei nuovi che devono ancora ambientarsi, anche se l’esordio di Acerbi è stato confortante e lo stesso Badelj, fin quando le gambe hanno retto, ha offerto una buona prova.

Da scoprire invece i vari Correa (interessanti un paio di spunti nella ripresa), Durmisi (panchina) e Berisha (infortunato).

Insomma la squadra titolare è quella dello scorso anno, con il solo Acerbi al posto di de Vrij.

Anche l’aspetto tattico va migliorato. Stesso modulo (3-5-1-1), stessa tendenza della difesa a subire troppi gol. Inzaghi ha lavorato molto in ritiro su questo, chiedendo un più attento lavoro in copertura ai “quinti”, cioè ai cursori di fascia.

Però poi l’errore decisivo è arrivato proprio da uno di loro: Caceres si è fatto scavalcare dal solito lancio di Insigne verso Callejon. Un movimento inutilmente studiato in ritiro per due settimane, visto che il gol dell’1-1 – allo scadere del primo tempo – è stato costruito esattamente in quel modo. Insomma sulla fase difensiva Inzaghi dovrà continuare a lavorare.

E poi sperare in un miglioramento di Caicedo e del giovane Rossi come vice-Immobile, visto che in pieno forcing per tentare di agguantare il pareggio, il tecnico ha fatto entrare il centrocampista Cataldi invece di uno dei due attaccanti in panchina.

Ma siamo solo alla prima di campionato, la Lazio – una volta che i nuovi saranno entrati in forma e in sintonia con gli altri – , dice il quotidiano romano, ha una rosa in grado di lottare per arrivare tra le prime quattro, a patto di ritrovare leggerezza, solidità difensiva e soprattutto le giuste motivazioni, cioè la feroce voglia di vincere che l’anno scorso l’aveva portata – tra l’altro – a battere la Juve per ben due volte.

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