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Juventus, ecco i perchè del pentimento di Leonardo Bonucci
Il Corriere dello Sport, con un articolo del suo Direttore Ivan Zazzaroni, ha mirabilmente descritto la situazione di Leonardo Bonucci affrontando tutti i perchè di un clamoroso pentimento.
Ve ne riproponiamo uno stralcio.
Qualche fischio, tanta freddezza e una coperta di hashtag velenosi stesa dalla rete: il più utilizzato, #bonuccinonlovogliamo.
Ma non “lo vogliamo”, non lo vogliono perché? Perché ha tradito se stesso prima che la Juve?
O perché dopo il gol allo Stadium con la maglia del Milan ha riproposto l’antipatico risciacquo? Cos’altro avrebbe dovuto fare in quell’occasione difendendo i colori “dell’altro”?
Chiedendo di tornare Bonucci ha fatto il più bel complimento che un calciatore possa rivolgere a un club nel quale ha giocato.
Oltretutto per agevolare l’operazione si è anche ridotto lo stipendio – la rinuncia a qualche milionata è un esercizio insolito anche per chi di milioni fa collezione.
Leo aveva lasciato Torino per ambizione e urgenza di rivincite personali, per riaffermare la centralità perduta, anche per soldi, certo, come tanti colleghi famosi ultratrentenni a caccia dell’ultimo contratto. La sua famiglia era rimasta a Torino e da lì non si è mai mossa.
Bonucci ha capito l’autunno scorso che il Milan non era cosa, non era casa, avvertendo un senso di estraneità: il torto l’ha fatto al Milan, semmai, non alla Juve.
Determinante sarà tuttavia verificare come si porrà quando la prossima settimana parlerà: se lo farà con sincerità ammettendo di aver sbagliato e di essersi pentito.
Dei milanisti oggi Leo è nemico, ma i milanisti in questo inizio agosto sono giustamente distratti ed esaltati da Higuaìn, uno che peraltro queste situazioni le conosce bene.