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Russia 2018 è il Mondiale dei numeri 10, nel bene e nel male

Il numero leggendario, che è sempre stato sulle spalle del giocatore più forte e carismatico di ogni squadra, è tornato protagonista in questo Mondiale. Hazard, Modric e Mbappe sono dei forti candidati al Pallone d’Oro, mentre a fare eccezione è l’Inghilterra.

Per molto tempo la domanda più frequente in ambienti calcistici era “Esiste ancora il numero 10?”. In molti iniziavano a dubitare di questa figura a metà strada tra mito e realtà. A dare una risposta a questo dubbio è arrivato il Mondiale di Russia: sì, esiste ancora il numero 10.

Non è un caso infatti che ben tre delle quattro semifinaliste sono state trascinate dal loro fantasista.

MBAPPE: se la Francia di Deschamps può sperare di tornare sul tetto del mondo dopo 20 anni, gran parte del merito va al bambino prodigio classe 1998 (quando la Francia ha alzato l’ultima Coppa del Mondo Kylian neanche era nato!) capace di segnare 3 gol in 5 partite. Mbappè si è messo sulle spalle una nazionale non perfetta grazie ad una velocità simile a quella di Bolt, delle movenze che ricordano Ronaldo (il Fenomeno) e dei numeri da Pelè (ultimo ad aver segnato una doppietta mondiale prima di festeggiare il ventesimo compleanno).

HAZARD: nella maggioranza dei casi il numero 10 sta sulle spalle del giocatore che porta la fascia da capitano. E’ questo il caso di Hazard, trascinatore insieme a Lukaku di un Belgio che non si pone limiti. Da imbattuti, i Diavoli Rossi cercano la definitiva consacrazione nell’Olimpo del calcio. Quello che è probabilmente il giocatore belga più forte della storia sta tenendo testa ai numeri 10 più forti del mondo e quando gioca bene Hazard gioca bene tutta la nazionale belga, chiedere ai tifosi brasiliani per conferma.

MODRIC: le parole per definire il talento del numero 10 croato sono finite da tempo e il bellissimo gol che ha messo in ginocchio l’Argentina forse è il modo migliore per descriverlo. Oltre ad una classe infinita (protagonista delle 4 Champions League vinte dal Real Madrid in appena 5 anni) il centrocampista croato ha acquisito una maturità fondamentale per indossare questa maglia. Solo un vero trascinatore si può prendere la responsabilità di tirare nella lotteria dei rigori dopo aver sbagliato pochi minuti prima un tiro dagli undici metri. Risultato: Croazia in semifinale e padroni di casa russi eliminati.

ECCEZIONE INGLESE: si dice che sono le eccezioni a confermare le regole. In questo discorso è la nazionale inglese a giocare il ruolo di eccezione, con il suo Sterling che non ha inciso come gli altri numeri 10. In compenso però l’Inghilterra ha potuto contare su un numero 9 che vale come un 9+1: Harry Kane. Il centravanti degli Spurs, candidato a ricevere il premio di capocannoniere della competizione, è risultato per ora decisivo nel cammino che sta portando la nazionale dei Tre Leoni a traguardi storici (1990 l’ultima semifinale).

DELUSIONI: non sono mancate delle delusioni tra i numeri 10 presenti in Russia. In questo mondiale c’è stato più di un 10 ad aver mancato l’appuntamento. Il caso più clamoroso è quello di Messi che sembra vivere un incubo ciclico quando indossa i colori della Seleccion. Non migliore è stata la figura del collega Ozil, oggetto misterioso nella pessima spedizione tedesca. L’ultimo numero 10 ad uscire (e a deludere) in ordine di tempo è stato Neymar, dal quale tutto il Brasile si aspettava qualcosa di più. Due gol e due assist in 5 partite sono un ottimo bottino ma il fatto di essere diventato più famoso per le simulazioni che per una giocata vincente la dice lunga sul mondiale giovato da O’Ney.

Piercarlo Cao

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