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9 luglio 2006, 12 anni dopo l’Italia è ancora ferma a quel momento

Esattamente 12 anni fa vincevamo la nostra quarta Coppa del Mondo nella finale di Berlino contro la Francia; uno dei punti più alti della storia azzurra, dal quale però non ci siamo più scostati. Dopo quel Mondiale infatti sono arrivate solo cocenti delusioni, intervallate da pochissimi discreti risultati.

Oggi è il 9 luglio e come ogni anno si ricordano sempre con tanto affetto le emozioni dell’ultima Coppa del Mondo vinta dall’Italia.

Una notte, quella del 2006 a Berlino, che coronò campione del mondo un gruppo ricchissimo di qualità e ottimamente guidato dal CT Lippi; anche chi giocò meno risultò parte fondamentale per il successo di quella Nazionale.

Un trionfo che per un mese riunì tutti gli italiani sotto un’unica bandiera, facendo dimenticare lo scandalo Calciopoli appena esploso.

Da quel giorno però, la Nazionale Italiana non ha più fatto passi avanti; come se qualcuno avesse premuto un metaforico tasto “stop” lasciando tutti fermi alla notte di Berlino.

Un modello di calcio non rinnovato dopo l’apoteosi in Germania, ha regalato negli anni successivi solo flop in serie.

Già nei successivi Europei del 2008, la Nazionale, guidata da Donadoni, superò con tanta fatica la fase a gironi per poi uscire già agli ottavi di finale per mano della Spagna.

Quello che sembrò solo un incidente di percorso, anche vista la vittoria della Spagna in quegli Europei, si ripresentò con ben più vigoria nei successivi Mondiali in Sud Africa del 2010: l’Italia campione del mondo out in un girone composto da Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia.

Avversari sicuramente inferiori contro i quali non trovammo nemmeno una vittoria; alla guida c’era di nuovo Lippi ma il gruppo non era più quello di 4 anni prima tra eroi di Germania cresciuti e nuovi non adatti.

Il nuovo corso targato Cesare Prandelli, sembrava aver riportato entusiasmo: agli Europei del 2012, l’Italia arrivò fino alla finale superando avversari come Inghilterra e Germania con ottime prestazioni; solo contro una Spagna, troppo superiore, non ci fu storia.

Le idee di rinascita durarono però appena 2 anni: i Mondiali del 2014 rappresentarono infatti un ennesimo flop; di nuovo fuori ai gironi nonostante il successo dell’esordio contro l’Inghilterra.

Un gruppo improvvisamente sfuggito di mano a Prandelli, protagonista anch’egli di scelte discutibili, portò a 2 sconfitte contro Costa Rica e Uruguay.

Nel fuggi fuggi generale seguito al Mondiale brasiliano, il neo presidente delle FIGC Carlo Tavecchio sceglie un CT di spessore per ripartire: Antonio Conte.

Il mister ex Juventus, non ha grande qualità a disposizione ma quantomeno da una scossa all’Italia: negli Europei di Francia siamo primi nel girone tenendo dietro il Belgio; agli ottavi eliminiamo con una grande prova la Spagna e ai quarti la Germania ci supera solo ai calci di rigore.

Il connubio ItaliaConte finisce però dopo la competizione; troppo forte per il CT il richiamo del Chelsea in Premier League.

E qui si arriva ai giorni nostri; Tavecchio si affida a Giampiero Ventura, ex allenatore del Torino, per approdare ai Mondiali di Russia.

Nel girone di qualificazione c’è anche la Spagna dunque i rischi di dover passare per i play off sono concreti; l’Italia prova a tenere testa alle “Furie Rosse” in classifica ma nella gara del Bernabeu arriva un sonoro 3-0 che ci lascia secondi e con il morale sotto i tacchi.

E’ la gara che segna l’inizio della fine per l’Italia: le scelte molto discutibili di Ventura portano a far si che il gruppo entri in una sorta di autogestione che si rivelerà catastrofica.

Lo spareggio contro la Svezia ci estromette dai Mondiali come non accadeva dall’edizione 1958.

Nel mare di polemiche successive si pensa più alla nomina di un nuovo CT di spessore che a riforme utili per il nostro sistema: alla fine la spunta Roberto Mancini.

L’augurio è che il neo CT possa riportare l’Italia in lotta per gli obiettivi che le competono.

O forse sarebbe meglio dire… che il neo CT sia in grado di premere quel maledetto tastostop“; il quale ci tiene fermi a una data meravigliosa ma che con il tempo si è rivelata anche un pizzico amara.

Pier Francesco Miscischia

 

Laureato in giurisprudenza ma anche grande appassionato di sport e soprattutto...di calcio: ecco la spinta giusta per scrivere di ciò che adoro!

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