Molte società italiane, in primis la Juventus, hanno trovato un modo lecito per “aggirare” il tanto temuto Fair Play Finanziario evitando di cedere un big: tra favori con squadre amiche, ecco il metodo “all’italiana”
Il Financial Fair Play è una spada di Damocle per molte società di calcio da quando fu introdotto nel 2009 dal presidente Uefa Michel Platini, con l’obiettivo di ridurre i debiti contratti dai vari Club e introducendoli all’autofinanziamento.
Nonostante questo però, alcuni Club europei con proprietà straniere, hanno trovato il modo di aggirarlo grazie a sponsorizzazioni gonfiate, pensiamo ad esempio al Paris Saint Germain e alla vicenda dell’acquisto di Neymar: grazie allo sponsor Fly Emirates (di proprietà del presidente del Psg Al Khelaifi), e alla scelta di far diventare il campione brasiliano uomo copertina dei Mondiali in Qatar del 2022 ( Stato di cui è ministro sempre lo stesso Al Khelaifi), il costo del cartellino di Neymar non è andato a bilancio della squadra parigina.
In Italia si sa, non c’è un giro di denaro di questo livello anche perchè non abbiamo un Club con una proprietà così ricca, ma il modo di aggirare questa “regola” lo abbiamo trovato anche noi.
La notizia di pochi giorni fa, non ancora ufficiale, riguarda la Juventus: si parla di una cessione di Rolando Mandragora dai bianconeri all’Udinese per una cifra intorno ai 20 milioni di euro con diritto di recompra a 24, e quella di Alberto Cerri al Genoa per circa 12 milioni; senza considerare la valutazione di Andrea Favilli, di ritorno dall’Ascoli, di 20 milioni e in procinto di essere ceduto agli inglesi del Wolverhampton.
Tutte queste operazioni, assolutamente lecite è bene ribadirlo, generano però delle perplessità per delle valutazioni eccessive considerando il reale valore dei calciatori, generando così plusvalenze per entrambe le società: nel caso di Mandragora ad esempio, l’Udinese avrebbe guadagnato 4 milioni tenendosi però il calciatore tra le sue fila per un anno.
Altro esempio è l’affare Politano tra Inter e Sassuolo, con la società nerazzurra che ha ceduto a titolo definitivo il baby Odgaard agli emiliani mantenendo però il diritto di riacquisto ad una cifra leggermente più elevata. Gli stessi nerazzurri l’estate scorsa avevano raggiunto le plusvalenze necessarie senza cedere nessun “big” con operazioni simili, tra cui la cessione di Miangue al Cagliari per 3,5 milioni di euro.
Insomma è chiaro come questo mercato di giovani promesse dalle altissime valutazioni, serva alle grandi società per evitare cessioni dolorose e generare plusvalenze importanti ogni anno, con l’aiuto di società satelliti o amiche.
Filippo D’Orazio

Il calcio da sempre è l’amore di una vita, il giornalismo sportivo la mia passione e il mio lavoro
