

Buffon e De Rossi si sono ritrovati nella stessa situazione in questa Champions League: dover commentare errori arbitrali, o presunti tali nel primo caso, fatali alle loro squadre; la cosa singolare è la diversa reazione dei due: totalmente opposta a quella che ci si attenderebbe.
In Italia siamo da sempre abituati ad una scena in caso di svarioni arbitrali pro Juventus: qualsiasi esponente bianconero si affretta nel definire il direttore di gara la “scusa dei perdenti”.
Il rovescio della medaglia vede solitamente le forti recriminazioni delle altre squadre, subito pronte a rispondere al grido di “sistema corrotto”.
Risulta quindi molto insolito quanto avvenuto in questa edizione della Champions League; non parliamo di grandi gesta sul campo bensì di reazioni post gara.
I protagonisti della storia sono Buffon, capitano della Juventus, e De Rossi, quello della Roma.
In riferimento al primo dobbiamo fare un passo indietro al ritorno dei quarti di finale vinto inutilmente dalla “Vecchia Signora” 1-3 in casa del Real Madrid.
Quello che non va per niente giù al portiere e ai compagni sono le modalità dell’eliminazione: l’arbitro Oliver concede infatti, all’ultimo secondo, un rigore agli spagnoli che Cristiano Ronaldo trasforma condannando i bianconeri.
Prescindendo per un attimo dal fatto che il penalty sembri netto, quale reazione ci si attenderebbe dalla capolista della Serie A e dal suo capitano in particolare? Sulla carta quella presentata all’inizio.
Tutti ricorderanno però che così non è stato: Buffon si scagliò infatti contro il direttore di gara inglese duramente, suscitando l’ilarità di molti per averlo inopportunamente definito “insensibile”.
Passando al capitano giallorosso invece il salto temporale si restringe a 48 ore fa, Roma – Liverpool.
I “Reds” probabilmente risultano migliori dei giallorossi nel complesso della doppia sfida ma è anche vero che ieri l’arbitro Skomina si perde due rigori abbastanza netti per De Rossi e compagni.
Errori che forse avrebbero potuto mandare un’altra squadra ad affrontare il Real Madrid in finale.
E’ comunque a questo punto che l’altro protagonista della storia ci sorprende; lui farebbe infatti parte di coloro che in Italia gridano sempre allo scandalo.
La sua reazione nel post gara però rappresenta l’opposto: accetta la possibilità che anche un direttore di gara possa sbagliare e si concentra sull’importanza del cammino europeo fatto dalla Roma.
Quale può essere la spiegazione a tutto questo?
Una chiave di lettura può risiedere nel fatto che la Juventus, a differenza della Roma, senta di più la necessità dell’affermarsi in Champions League: questo porta a non tollerare l’essere estromessi in quel modo.
Ce n’è però un’altra, forse ancor più probabile: la pura e semplice verità è che nessuno sa accettare mai di buon grado una decisione a suo sfavore.
Basterebbe semplicemente ammetterlo senza più rifugiarsi nelle solite frasi fatte.
Pier Francesco Miscischia


Studente di Giurisprudenza e grande appassionato di calcio, adoro scrivere sul mio sport preferito.
