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Calciomercato, spendere tanto non significa vincere sempre: i flop di PSG e City

La ricchezza del calciomercato mondiale negli ultimi dieci anni si è concentrata nelle mani di sei club.

Manchester City, Barcellona, Paris Saint Germain, Chelsea, Manchester United e Real Madrid (in ordine di spesa) nel recente decennio hanno investito nelle operazioni di mercato 7 miliardi e una ventina di milioni, una cifra di poco superiore al 20% del volume d’affari mondiale del mercato (stimato intorno ai 35 miliardi di euro, i calcoli sono naturalmente approssimativi).

A ruota dei sei giganti seguono Liverpool e Juventus: il bilancio dei Reds parla di 930 milioni spesi, quello dei bianconeri di 920 milioni, ma il club degli Agnelli ha costantemente controbilanciato le uscite con ottimi incassi ricavati da cessioni anche eccellenti.

Alle loro spalle si apre il baratro, con una pattuglia di club (tra cui le italiane Inter, Milan e Roma) molto ma molto più dietro: bilancio di spesa stimato dentro una forbice tra i 600 e i 700 milioni nel decennio.

Prima considerazione: lo squilibrio salta all’occhio, se anche club come l’Inter e l’Atletico Madrid restano distanti anni luce dai margini di spesa dei primi della classe.

Che ormai, quando si tratta di mercato, fanno corsa a sé.

C’è poi una seconda riflessione obbligata.

Un punto di domanda grosso come una casa: spendere di più offre la certezza di vincere?

Le scuole di pensiero sono contrastanti, potremmo starne a discutere per ore. Restiamo però ai dati, ai fatti.

E prendiamo, ad esempio, i due casi più clamorosi.

Il primo è quello del Manchester City.

Negli ultimi dieci anni, i Citiziens sono stati il giocattolino dello sceicco Mansur, che vi ha riversato dentro investimenti e petroldollari mai visti fino ad oggi nella storia del calcio.

Solo per il calciomercato, stiamo parlando di una spesa di 1584 milioni di euro in dieci anni, con il record fatto segnare proprio nella stagione attuale dalle richieste di Guardiola costate 317,5 milioni.

Risultati? Poverissimi: la bacheca degli inglesi ha accolto due Premier, diverse coppe nazionali, ma diversi spazi riservati sono rimasti vuoti.

Soprattutto, in Europa c’è stato un flop senza precedenti.

Il secondo caso-scuola è quello del Paris Saint Germain. Anche qui incrociamo i desideri dello sceicco, Nasser Ghanim Al-Khelaif in questo caso, che spende senza preoccuparsi di vincere.

Vero: il Psg è tornato a vincere in Ligue1, ma i 5 titoli in 10 anni di Francia possono giustificare 1150 milioni di spesa? A fronte dello zero cosmico in Europa.

Nel ranking di chi ha speso di più non potevano non esserci Barcellona e Real Madrid.

Ma con dei distingui.

La programmazione di Florentino Perez ha prodotto per i galattici Real la migliore resa tra costi e risultati: sono, infatti, gli ultimi della classe tra i sei più spendaccioni (977 milioni investiti nel mercato), ma in Europa sono quelli che hanno raccolto di più con 3 Champions (meno in patria: bottino di 2 Liga) e hanno la strada spianata verso la finale di Kiev di maggio.

Spostandoci da Madrid in Catalogna, esiste un Barcellona prima e dopo il tramonto della generazione dei Xavi, Iniesta, Mascherano e compagnia.

Negli ultimi due anni, infatti, a Barcellona hanno ripreso a spendere al di sopra dei loro standard per compensare l’improvvisa stitichezza della Cantera, che fatica a sfornare nuovi campioni di livello assoluto, e per ricostruire un progetto tecnico vincente in Europa.

Dopo l’indigestione di titoli di Liga fatta (8 volte su 10) e le 3 Champions (l’ultima però è arrivata nel 2015).

Il cerchio si chiude con altre due inglesi: il Chelsea con i suoi 1137 milioni investiti e il Manchester United con 1018 milioni.

Investiti bene risultati alla mano?

Ha vinto pochissimo il Manchester United, con le sue tre volte in Premier e una Europa League.

Meglio, ma non tanto i Blues: 3 Premier, una Europa League e una Champions.

Per quanto hanno speso..

 

Fonte Gazzetta.it

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