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Nadal è il Principe di Montecarlo

Oltre il muro dei record, Rafael Nadal batte Kei Nishikori 6-3, 6-2 all’epilogo di Monte Carlo. Dal 2005, ha vinto il torneo monegasco 11 volte: domati Thiem, Dimitrov e il ritrovato giapponese, Rafa è più che mai ingiocabile sulla terra rossa.

Che non vincesse un torneo da Pechino è un dato di poco conto, perché quando arriva la primavera e inizia la stagione rossa, Rafael Nadal è il solito dittatore. Trentunesimo Mille della carriera e di questi 24 su terra; 76esimo titolo dal battuto polacco di Sopot (2004), 54esimo sul rosso. Se quello scorso è stato l’anno della doppia cifra di Monte Carlo, Barcellona e del decimo magnifico primato al Roland Garros, oggi Rafa s’eleva oltre il muro dei record sulla strada del mito.

Senza Federer e “senza” Djokovic, ci chiedevamo chi potesse sconsacrare la gloria terrena di Nadal sul trono del suo impero rafaelingio: questo primo torneo rosso, dal suo principato monegasco, dice che la risposta è nessuno. Prima della Coppa Davis, lo spagnolo non giocava dagli Australian Open: in tre giorni, ha cancellato Thiem che credevamo unico suo antagonista, Dimitrov in semifinale e un ritrovato Nishikori all’epilogo. Lui sì che ha mostrato per un set, servendo addirittura per il 3-1, di avere gli attrezzi per disturbare Rafa: per un set e non oltre visto che Kei, al rientro da lunga degenza, s’è poi sentito talmente “disgustato” da schiacciare una racchetta prima della resa (senza harakiri) rosso sangue.

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l'Università Roma Tre

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