La Red Bull è proprietario del Lipsia ed è lo sponsor del Salisburgo
Enrambi i club si sono qualificati per i quarti di finale della Europa League ma è evidente che gli interessi comuni della Red Bull fanno sorgere un certo imbarazzo nella Uefa.
La Red Bull potrebbe avere un interesse a favorire il cammino di una o dell’altra squadra?
Difficile dirlo ma certamente le avversarie delle due squadre nel torneo cominciano a essere perplesse.
Va detto, però, che il regolamento lo consente ed effettivamente già è successo qualche anno fa anche se in maniera piuttosto latente in quanto alla stessa competizione erano iscritte il Wolsburg di proprietà della Volkswagen e la Fiorentina, sponsorizzata dalla stessa casa automobilistica.
Il cammino delle due squadre, però, non si incrociò in maniera ravvicinata come accade ora al Salisburgo e al Lipsia rimaste nell’urna insieme soltanto ad altre sei squadre.
E il regolamento della Uefa al riguardo cosa prevede?
Per garantire la regolarità dei tornei Uefa, i club iscritti alla competizione devono rispettare determinati criteri.
Fra questi quello secondo il quale nessuna entità individuale o legale può avere il controllo di più di un club partecipante.
I tedeschi e gli austriaci tecnicamente sono in regola in quanto fra loro si distinguono in un punto essenziale che, come detto, è rappresentato dal fatto che la Red Bull non controlla entrambe le società ma risulta essere proprietaria del solo Lipsia e solamente sponsor al Salisburgo.
La Uefa, per dare il permesso a entrambe le squadre di partecipare alla Champions League (poi ambedue retrocesse in Europa League) ha preteso che il Salisburgo cambiasse il proprio logo, prima identico a quello del Lipsia.
Sullo stemma degli austriaci c’è quindi un solo toro mentre su quello dei tedeschi ce ne sono due.
In campo internazionale il Salisburgo inoltre risulta essere F.C. e non più R.B..
Quando gioca in Europa League anche lo stadio del Salisburgo cambia nome (da Red Bull Arena a Stadion Salzburg).
Accorgimenti puramente formali, come si può notare.
L’imbarazzo della Uefa è evidente così come altrettanto evidente è il fatto che per evitare possibili conflitti di interesse e pericolose speculazioni, il regolamento attuale non va bene e deve essere modificato.
Ne va di mezzo la correttezza e la lealtà sportiva e, soprattutto, il buon nome e la reputazione di un torneo che affascina milioni di persone.
foto: RadioGoal 24
