Adriano Galliani ha colpito ancora. Non si tratta dell’ennesimo parametro zero di lusso bensì del colpo della vita.
Eravamo abituati a vederlo nelle vesti di amministratore delegato del Milan di Berlusconi, dagli anni delle grandi vittorie fino a quelli del tracollo e della definitiva cessione societaria.
Prima amato e poi spesso criticato dai tifosi per le scelte di mercato, indubbiamente ha contribuito al grande successo del diavolo negli anni d’oro.
La sua vita è sempre stata a metà tra l’imprenditoria e il calcio, nel ruolo di dirigente.
Nel 1986 approda al Milan come amministratore delegato, dopo aver ricoperto per le due stagioni precedenti la carica di vicepresidente nel Monza calcio. Ai rossoneri conquisterà 29 trofei in 31 anni.
Nel 2002 viene eletto presidente della Lega Nazionale professionisti, e nel 2006 subisce l’ondata dello scandalo di Calciopoli e viene condannato a 9 mesi di squalifica dalla Corte federale (poi ridotti a 5). Nel 2013 viene eletto vice-presidente della Lega Serie A.
Successivamente alla cessione del Milan alla cordata cinese, Rossoneri Sport Investment Lux, viene nominato ad aprile dello scorso anno presidente delle società immobiliari del gruppo Fininvest e a luglio presidente di Mediaset Premium.
L’ultimo volo del Condor si realizza il 4 marzo 2018.
Nelle elezioni politiche Silvio Berlusconi decide di contare su di lui, certo di una facile vittoria. Candidato con Forza Italia al colleggio 3 della Lombardia (Varese-Como-Lecco) come capolista, infatti, porta a casa una netta vittoria.
Dal 5 marzo è ufficialmente un Senatore della Repubblica italiana.
Eugenio Arnone
