Non c’è un briciolo di senso nella vicenda che vede come protagonista Rùben Semedo, difensore classe ’94 del Villarreal e della nazionale Portoghese.
Come riporta il quotidiano spagnolo Las Provincias, ieri mattina la Guardia Civil di Valencia ha arrestato il calciatore accusato di sequestro di persona, con l’aggravante dell’utilizzo di armi da fuoco, e furto.
Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata il 12 febbraio dalla presunta vittima. Questi avrebbe riconosciuto Semedo e altri complici raccontando di essere stato sequestrato, legato e picchiato dagli stessi. Secondo il racconto il calciatore portoghese avrebbe sequestrato l’uomo rubandogli le chiavi della propria abitazione, che in seguito fu svaligiata.
La reazione del Club non si è fatta attendere. Con un tweet ha comunicato che avvierà delle indagini per constatare la veridicità di quanto avvenuto e adottare i provvedimenti adeguati.
Non è la prima volta che il calciatore portoghese finisce nell’occhio del ciclone. A fine gennaio fu indagato dalla polizia per accertamenti riguardo incidenti, con armi da fuoco, in un pub.
Di calciatori con poco sale in zucca ne abbiamo visti e conosciuti tanti, ma è inspiegabile come un ragazzo di 23 anni che possiede tutto ciò che vuole dalla vita si possa spingere ad un gesto totalmente sconsiderato come questo. Può non aiutare l’infanzia vissuta o le compagnie frequentate, ma nel caso specifico non viene in soccorso neanche la testa.
Buttare al vento una carriera professionistica e anni di gioventù, per un gesto che non ha utilità in quanto compiuto da un ragazzo già ricco e quindi non bisognoso di denaro, lascia l’amaro in bocca.
E’ proprio il caso di dire: chi ha il pane non ha i denti.
Fonte foto: FùtbolFantasy
Eugenio Arnone
