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Il VAR come strumento di giustificazione per gli allenatori che perdono

A lungo richiesto da tutti gli allenatori, adesso il VAR è diventato una scusante per giustificare una sconfitta da parte di tutti gli allenatori

A lungo richiesto da tutti gli allenatori, adesso il VAR è diventato una scusante per giustificare una sconfitta da parte di tutti gli allenatori

Il VAR è ancora in fase sperimentale e questo è stato detto da Nicchi lunedì dopo che tanti allenatori si sono lamentati.

Non è la prima volta infatti che nella stessa giornata avvengono tante polemiche sull’uso o sul mancato uso di questo strumento. Eppure, quasi tutti gli allenatori che intervengono in conferenza stampa nel post gara, lo fanno per parlare solo ed esclusivamente di VAR e di episodi.

Nell’ultima giornata poi, Mazzoleni ha suscitato critiche enormi in Napoli – Bologna, con Donadoni che ha parlato solo di quell’episodio lamentandosi vistosamente (con tutte le ragioni del caso). 
La scelta dell’arbitro di non andare a vedere il tocco di mano di Koulibaly in area napoletana ha fatto infuriare tutti, così come sulla trattenuta “leggerina” su Callejon che ha portato al calcio di rigore per  i partenopei.

Addirittura si è passato a parlare del “pressometro”, che dovrebbe misurare l’intensità e la forza di un contatto per valutarlo rigore o meno. Comunque sono episodi opinabili e saremmo all’assurdo.

Più facile invece andare a lamentarsi davanti alle tv. Il risultato, (3-1) per il Napoli, diventa ininfluente.

Per Donadoni si è parlato anche di lotta di classe: “Quel rigore dall’ottavo posto in su viene dato e dall’ottavo in giù no. E’ questo che non va”. 

Non è mancata ovviamente la risposta di Sarri, che non perde occasione di lamentarsi.
Di solito quando gli fanno una domanda scomoda, appena terminata la partita, dice che vuole parlare di calcio.

Stavolta no, stavolta è andato indietro nei ricordi e ha dovuto riparlare della Juventus. Quando era allenatore dell’Empoli gli è capitato di essere sfavorito contro una grande. Contro tutte le grandi, ma, guarda caso, contro il Napoli no.

Il Napoli non lo favorivano mai. “Se vogliamo parlare degli arbitri sarebbe opportuno ripartire da quello che è successo sabato.” 

Si riferiva forse a Sassuolo-Atalanta o a Chievo-Juventus? Domanda retorica e stucchevole. Cosa c’entra la Juve con i fatti avvenuti nella partita contro il Bologna? Nulla. 

Per di più tra Sarri e la Juve è una battaglia aperta perchè secondo l’allenatore toscano a la Juve gioca dopo, quindi è favorita, mentre quando gioca il Napoli, lui è sfavorito perchè gioca sapendo già il risultato della Juve e quindi va sotto pressione…

Per Sarri la Juve è favorita solo perchè ha giocato in 11 contro 9 a Verona, e allora si lamenta per questo: i motivi delle espulsioni non sono minimamente toccati quando parla.

Forse c’è del metodo in quest’ossessione: tenere alta la tensione, alimentare una guerra dei nervi, acquisire preventive giustificazioni per un eventuale insuccesso. Roba da provinciali insomma…

Anche Inzaghi ha tenuto da dire la sua: “la ruota gira per tutti, ma si ferma sempre sul nome della Lazio…”. “Ci hanno fermato di nuovo”.

Il riferimento è al goal d’avambraccio di Cutrone del Milan. Impossibile da vedere in diretta e anche al replay televisivo, probabilmente è stato ritenuto valido dal Var Rocchi, il quale deve aver visionato le 3 migliori telecamere che non permettevano di percepire l’irregolarità. Per altro il tocco appare involontario.

Tornando a Chievo – Juventus, c’è stato chi si è lamentato di Maresca. Oltre a Sarri, anche Maran si è  prodigato sulla fiscalità dell’arbitro per la seconda espulsione. Maresca, secondo Maran, non poteva pretendere che Cacciatore dovesse uscire perché i sanitari erano entrati in campo, sì, ma non avevano prestato le loro cure, quindi il calciatore del Chievo doveva restare e a quel punto, nella confusione, può succedere che faccia un gesto sbagliato.

Passiamo a Zenga, lamentatosi per la conduzione di Tagliavento in Crotone-Cagliari.
In questo caso, goal ingiustamente annullato alla sua squadra, ma assoluto silenzio sull’espulsione del cagliaritano Pisacane.
Peccato che non si è proprio espresso il Presidente del Cagliari, sempre molto sensibile ai torti subiti. In questo caso, silenzio assoluto.

La morale quindi è: se mi danneggiano urlo, se mi avvantaggiano sto zitto.

Con tanti saluti alla credibilità.

Fonte: Calciomercato.com

 

Giornalista Pubblicista, Direttore Responsabile di Momenti di Calcio. Appassionato di calcio e laureato in Giurisprudenza presso l'Università Roma Tre

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